Ho lavorato molto in studio, ho amato ed amo molto lo still life.
Ma fotografare il cibo è un'altra cosa.
Per quanto la padronanza della luce e la conoscenza delle tecniche di illuminazione sia fondamentale,
nella Food Photography vi è un aspetto fondamentale: il rispetto.
Il rispetto del cibo, di chi lo ha lavorato e, il più delle volte, il rispetto di chi con quel cibo deciderà di nutrirsi.
La fotografia commerciale da sempre ha l'ambizione di rappresentare la realtà che il creativo ha immaginato.
Una realtà irreale, ovviamente, ma utile allo scopo comunicativo del committente.
Provate a pensare alle pubblicità che abbiamo visto e vediamo quotidianamente in TV, dalla famiglia perfetta del Mulino Bianco a Banderas in simbiosi con una gallina, dalle ali della RedBull alla ricca felicità di tanti liquori.
Tutt'altra cosa è raccontare il lavoro di un ristoratore.
Il suo lavoro, la sua professionalità, la sua esperienza, la sua creatività, sono raccontate dal cibo, non dall'elaborazione, digitale o meno.
Quindi il lavoro del fotografo è, per certi versi, più complesso, perché deve esaltare le qualità del cibo senza mentire, senza inventare, senza aggiungere e senza nemmeno togliere.
I cuochi ed il loro cibo sono i protagonisti,
noi dobbiamo limitarci a riprodurre umilmente la realtà.
Suggerendo, talvolta, angoli di osservazione non comuni.
Del resto saper guardare non è forse l'essenza del nostro lavoro?