Ho iniziato ad occuparmi di fotografia live nei primi anni '90 ed è stato amore al primo scatto.
Da allora ho avuto la fortuna di fotografare molti artisti di grande spessore che mi hanno lasciato un segno indelebile ed hanno influenzato sia il mio modo di fotografare che di vivere la musica.
Molti di loro sono sconosciuti, alcuni sono o sono stati più o meno noti, tra questi ultimi ricordo con particolare piacere Eugenio Finardi, Andrea Mirò, i Gotthard, Ron, gli AfterHours, i Ritmo Tribale, Faso, Christian Meyer, Jennifer Batten, Alessia Mattalia, Andrea Braido, i Knock Out.
Amo profondamente la musica suonata.
Fotografare i live è un'esperienza complessa ed appagante.
Studiare l'artista, attendere il momento
giusto, le luci, i gesti, le angolazioni.
Situazioni apparentemente uguali che invece, se comprese
sino in fondo, sono sempre diverse, perché diverse sono le persone, gli artisti.
Diverso il loro vissuto, la loro musica, il loro
essere sul palco.
Fotografare i live non è mai facile, richiede impegno ed
esperienza.
È necessario trovare il meglio dell'artista anche nelle situazioni più difficili.
È fondamentale effettuare una post produzione consapevole e misurata.
Inoltre si deve adeguare lo stile ai musicisti: fotografare un gruppo folk o una band di metallo pesante non è la stessa cosa, non si può rendere efficacemente il clima del concerto applicando pedissequamente la stessa tecnica.
Pur mantenedo il proprio mood, il lavoro deve essere coerente con la musica suonata.
Avete presente quelle app che consentono di produrre melodie, magari anche gradevoli, semplicemente scorrendo il dito sullo schermo dello smartphone o del
tablet?
Ecco, le foto fatte senza consapevolezza e competenza, magari poi elaborate in automatismi tipo Instagram per renderle interessanti, stanno alla
fotografia come le musichette delle app di cui sopra stanno alla musica suonata.
Certo ci sono tastiere arranger in cui caricare migliaia di basi ed effetti voce che correggono l'intonazione, se si ha un po' di senso musicale e molta
faccia tosta, ci si può comprare qualcuno di questi strumenti e, dopo averci preso un minimo di dimestichezza, muovendo a caso ma a tempo le dita sulla tastiera, si può cominciare a proporsi per
piano bar e matrimoni. Non è raro incontrare "musicisti" di questo tipo.
Confesso che io credo che davvero la musica
sia un'altra cosa, credo che la musica sia cuore, studio, preparazione, sincerità, energia!
E che sia anche carne, metallo, legno, calore,
sudore, intesa emotiva!
Anche elettronica, sperimentazione, che amo
particolarmente, effetti, suoni, sintesi, ma sempre governati dal musicista, mai il contrario.
Per la fotografia non è diverso: ci si può comprare una fotocamera "intelligente" delle ultime generazioni, prendere un minimo di dimestichezza con gli
automatismi, cercare qualche preset stile instagram per la post produzione (se si vuole esagerare) et voilà, si è pronti a proporsi per reportage e servizi, è facilissimo incontrare qualcuno di
questi "fotografi".
Essere fotografo richiede lo stesso impegno e lo stesso studio necessari per essere musicista,
niente di meno niente di più!